RedHab, la piattaforma di RedAbissi 

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RedAbissi rivoluziona la modalità della vendita dei prodotti con la piattaforma RedHab, che interagisce con i principali social network

Il mercato dei consumi si muove principalmente mediante i social network. È rivoluzionata la modalità della vendita dei prodotti e di conseguenza diventa fondamentale rivedere i canali di comunicazione. Per cercare di offrire una risposta a questa esigenza nasce RedHab, la piattaforma ideata da RedAbissi.

La piattaforma della start up interagisce con i principali social network, tra cui Facebook, Instagram, Linkedin e Google e, tramite i propri account, i negozianti possono mostrare all’utente finale i loro prodotti, le loro scontistiche e avere accesso a un intero piano editoriale fornito dal brand.

RedAbissi, una start up torinese, attraverso la sua piattaforma RedHab vuole accorciare la distanza tra i grandi marchi e i negozi fisici. I punti vendita per costruire una reputazione e comunicare con la propria clientela, anche tramite social, hanno bisogno di competenze digitali che non sempre possiedono.

Con un mercato digitale sempre più competitivo la gestione di questi account richiede tempo, competenze e attenzione ai trend del momento, competenza che non sempre possiede il titolare di un negozio anche perché deve concentrarsi sulla gestione commerciale. Al contrario dei brand, che spesso hanno dei dipendenti specializzati in questo ambito, i singoli punti vendita dei marchi devono cavarsela da soli.

La piattaforma

RedAbissi, nata nel 2019, è stata già scelta da diversi brand e opera in sei nazioni oltre l’Italia, tra cui Francia, Regno Unito e Germania. Gestita da un team di giovani torinesi under 30, la start up ha già ottenuto importanti risultati: 1 milione di post generati grazie alla piattaforma e utilizzati da più di 120 clienti tra cui Chicco, Ariston, Lierac Paris e Maserati.

Entro il 2024, l’obiettivo è espandersi oltre i confini europei e ampliare l’offerta della piattaforma anche a nuovi settori, tra cui quello finanziario, al fine di soddisfare nuovi mercati e dargli la possibilità di utilizzare questa tecnologia e migliorare le proprie performance. Con Lucio Gamba, CEO di RedAbissi, vogliamo scendere nel dettaglio per conoscere le nuove modalità dei consumi.

Lucio Gamba, come funziona la piattaforma?

«Da sempre, i brand hanno sostenuto i punti vendita nella comunicazione locale, investendo nella personalizzazione delle vetrine e fornendo loro materiali promozionali come cataloghi, insegne o gadget. Questo perché sono consapevoli che i punti vendita sono luoghi chiave per interagire con i clienti e influenzare le loro decisioni di acquisto.

Negli ultimi anni, i negozi hanno ampiamente adottato i social network come vetrine digitali. Attualmente, oltre l’80% dei negozi in Italia ha almeno un canale social attivo, attirando community altamente profilate. Chi segue la pagina social di un negozio è solitamente un cliente.

Tuttavia, i brand hanno trovato difficile occupare efficacemente questi spazi digitali come hanno fatto in passato con quelli fisici. La nostra piattaforma RedHab risolve questo problema collegando tutte le pagine social dei negozi che vendono i prodotti di un brand.

Questo consente al brand di pianificare contenuti e campagne su queste pagine, soddisfacendo sia il brand che riesce a raggiungere nuove community profilate, sia il negozio che riceve contenuti di alta qualità (che lui da solo non saprebbe generare) per promuovere i prodotti nel proprio store».

Come valorizzare il brand?

«Tutti i nostri clienti sono grandi aziende che vendono attraverso dei punti vendita. Il grande problema che hanno sempre avuto è stato quello di riuscire a trasmettere il valore dei loro prodotti attraverso i negozi.

L’avvento dei social network ha portato al rischio che i punti vendita non riescano a comunicare correttamente i prodotti dei brand nella loro presenza digitale. Ecco perché la nostra soluzione è stata adottata in modo massiccio: RedHab garantisce, infatti, che i negozi comunichino i prodotti del brand in modo corretto e coerente con la strategia aziendale».

Perché i consumatori scelgono sempre di più l’online?

«In realtà, attualmente il trend di consumo si è stabilizzato. Dopo tanti anni in cui l’online l’ha fatta da padrone e in cui intere filiere sono state ridimensionate dalla disintermediazione digitale, nel 2023, per la prima volta, si è invertita la tendenza. Oggi i consumatori si informano principalmente online, ma preferiscono acquistare offline.

Questo fenomeno si è accentuato soprattutto nelle generazioni più giovani, portando a un equilibrio positivo tra attività online. Questo ha fatto sì che, dopo tanto tempo, il saldo tra attività chiuse e aperte penda positivamente verso queste ultime».

Quali sono le nuove frontiere dei consumi?

«Dal punto di vista dei consumi si osservano due scuole di pensiero: la necessità di creare una sostenibilità dei consumi con “consumiamo meno, ma meglio” e l’incremento di consumi impulsivi di prodotti di bassa qualità, grazie alla pubblicità online (vedo su Instagram una pubblicità e compro di impulso).

Tuttavia, entrambe le tendenze indicano che tecnologie come intelligenza artificiale, realtà aumentata e digitalizzazione dei processi porteranno a consumatori più profilati, consentendo ai brand di offrire prodotti personalizzati e un’esperienza di acquisto unica.

Per capirci, potrebbe capitare che due persone atterrino sullo stesso e-commerce e abbiano due esperienze di acquisto completamente diverse. Il primo vedrà pochi prodotti selezionati, mentre il secondo avrà l’accesso ad un catalogo molto esteso.

Il primo potrà restituire gratuitamente i prodotti, mentre il secondo pagherà per i resi. Tutto questo è deciso da algoritmi e dati storici. Il consumatore vivrà sempre di più un’esperienza personale, ma sempre meno “libera”».

In che modo dovranno adeguarsi i commercianti?

«I commercianti dovranno acquisire competenze tecnologiche per adattarsi alla democratizzazione digitale, che rende accessibili servizi precedentemente inavvicinabili (come ad esempio ChatGpt).

Sono anni che aziende come Google utilizzano algoritmi di questo tipo facendo investimenti miliardari. In poco più di un anno ora tutti possono utilizzarli gratuitamente. La tecnologia digitale sarà fondamentale per seguire e profilare i clienti, mentre la comunicazione avrà un ruolo chiave nel coinvolgerli e portarli in negozio.

I negozi non si limiteranno più alla vendita di prodotti, ma offriranno servizi di consulenza e supporto di valore. Questo processo creerà una selezione naturale dei punti vendita, che dovranno cambiare e adattarsi rapidamente».

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