Il 18 novembre Torino ha accolto a La Centrale – Nuvola Lavazza la terza edizione di Disegnare il futuro Piemonte, il forum promosso da Italia Economy dedicato all’innovazione. Un incontro che ha portato al centro dell’attenzione il ruolo del territorio nel costruire nuove politiche industriali, con tre panel dedicati a crescita, tecnologia e visione strategica.
Di seguito un estratto dell’intervista a Fabrizio Vigo, Ceo & Co-Founder Sevendata, che è possibile visionare per intero a inizio pagina.
Il dato è ormai da anni al centro dei percorsi di innovazione: prima si parlava di open data, poi di big data, oggi è alla base dei modelli di intelligenza artificiale. Come si gestisce questo elemento così cruciale? E qual è la sua importanza anche per le aziende che non sono nate come realtà tech ma che, di fatto, ormai hanno comunque a che fare con il dato?
«Ci sono due aspetti fondamentali. Da un lato, il dato è diventato centrale perché gli imprenditori hanno bisogno di decidere su basi informate. Oggi è sempre più rischioso prendere decisioni solo sulla base dell’istinto o della pancia, senza considerare le evidenze fattuali. I dati devono accompagnare le scelte strategiche delle aziende, dallo sviluppo del business a molte altre attività.
Dall’altro lato, con l’arrivo dell’intelligenza artificiale generativa, il dato è ancora più importante: alimenta i modelli e ne determina l’affidabilità. Se il dato non è di qualità, il rischio di incorrere nelle cosiddette “allucinazioni” degli LLM è alto, e questo può portare fuori strada. Il dato serve, ma deve essere un dato raffinato, proprio come il petrolio: se è grezzo non solo non è utile, ma può addirittura creare problemi».
Un altro tema molto legato al dato è quello della sicurezza.
«Assolutamente. Il primo punto è la consapevolezza. La sicurezza informatica parte dalla conoscenza dei rischi. Non a caso, uno dei primi passi nei percorsi di certificazione – come la ISO 27001 – è la formazione: del personale, dei team IT, di chiunque abbia a che fare con informazioni sensibili. Senza formazione non si percepiscono i pericoli reali della cybersicurezza.
Poi servono gli strumenti: tecnologie e procedure che permettano di proteggere i dati e di avere la piena consapevolezza di dove vadano a finire. Se metto i miei dati al servizio di sistemi di intelligenza artificiale generativa senza adeguate protezioni, rischio di perderne il controllo e di contribuire addirittura ad addestrare modelli esterni. Per questo sono fondamentali conoscenza, formazione e strumenti efficaci per difendersi».
Grazie e buon lavoro.
«Grazie a voi».
Intervista a cura di Luca Endemini
Riprese video di TB Product




