Farfalle nello stomaco

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Una riflessione nel merito della biodiversità, tra bellezza e cura; uno stimolo a guardare alla natura con rapimento e amore

“Estetica, ecologia, biodiversità” è il titolo un’iniziativa promossa dall’Università di Firenze che ho iniziato a seguire praticamente dall’origine. Si tratta di cicli – quest’anno si è celebrato il quinto – di seminari condotti da esperti di vari settori, tutti comunque convergenti sul titolo e, dunque, sul tema, gratuitamente fruibili online, nonché in presenza (la forma è ibrida). Ne ebbi notizia dalla professoressa Maria Grazia Portera, brillante coordinatrice del tutto. Confesso che non sono riuscito a seguire ogni relazione, tuttavia ne ricordo una con chiarezza, perché venni a scoprire qualcosa che non solo ignoravo, ma che avevo sempre sottovalutato: il rapporto tra bellezza di una specie e sua conservazione.

La teoria, molto semplicemente, è che siamo più inclini a prenderci cura ciò che ci piace, attribuendo minore importanza a ciò che non cattura il nostro favore estetico; ciò naturalmente è piuttosto pericoloso, per così dire, poiché non è affatto detto che ciò che coglie il nostro favore estetico sia migliore di ciò che non ci fa vibrare. Anzi, a voler proprio scavare, in fatto di biodiversità è totalmente sbagliato ragionare in questo modo, essendo ogni singolo essere, a prescindere dall’aspetto più o meno avvenente, non solo banalmente utile, ma letteralmente indispensabile all’equilibrio del pianeta nel suo complesso. Fatta questa premessa, così da generare maggior coinvolgimento diretto, invito chi legge a cimentarsi in questo test tanto breve quanto grazioso, utile per contribuire a una ricerca scientifica. Si tratta di osservare fotografie di farfalle, giudicandole secondo gusto e sentimento; al termine c’è anche una ricompensa generata dal sistema, cioè un profilo personale ricavato sulla base delle risposte fornite.

Ricordando esperienza e gioco, affiora alla mente anche un libro di particolare incanto, che voglio richiamare e sul quale desidero soffermarmi: Animali meravigliosi e come salvarli, di Giovanna Olivieri, che ricordo come un testo fiabesco. Non si tratta di un saggio vero e proprio, anzi somiglia a una chiacchierata tra amici, svolta tra le pagine; qui e là, immagini colorate raffiguranti misteriose creature, per lo più sconosciute – a me di certo – o, peggio, ignorate. Il libro non mira a condurre all’interno di foreste sperdute, vette inespugnabili e altri luoghi imprendibili (quanti ne sono rimasti, poi?), ma invita a fare attenzione alla bellezza quotidiana, magia che ci avvolge e di cui non ci occupiamo, distratti da altro, di sicuro meno importante.

Conoscere qualcosa o, meglio, qualcuno, è infatti il primo passo per bene accudirlo. Specialmente in tempi come i nostri, nei quali apparire è tutto, dobbiamo sforzarci di guardare oltre, sollevandoci a cogliere le trame d’insieme e ricordando che la biodiversità è un puzzle composto da un numero imprecisato di pezzi, tutti connessi gli uni con gli altri; il risultato è apprezzabile solo se l’opera è completa, cioè in assenza di buchi. Occorre poi sempre rammentare, scrivendo io in Italia, in italiano, per una rivista nazionale, che la nostra penisola in questo puzzle occupa un posto di assoluto privilegio, di cui andare assolutamente fieri. La posizione all’interno del Mar Mediterraneo, esso stesso hotspot, la rende un luogo magico e prezioso; varietà e fragilità, qui, si tengono per mano. Vivere a queste latitudini, perciò, è un’occasione imperdibile, ma richiede consapevolezza e amore.

Come sempre tengo a sottolineare, non solo occorre sapere, ma anche sentire, cioè avere il cuore per emozionarsi al cospetto del rigoglio della natura. Muovendo verso la conclusione, mi accorgo di aver scordato di riferire quale sia il mio profilo generato da unveiling.eu e lo rivelo volentieri: “Sognatore, romantico, sempre con la testa tra le nuvole e con il cuore in subbuglio per un verso di poesia”. Niente da eccepire per quanto mi riguarda, né avrei gradito e meritato un ritratto differente… e voi, che profilo avete?

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Immagine di Franco Pistono
Franco Pistono

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