La visione di Andrea Notari, imprenditore novarese e presidente del Gruppo Giovani Industriali di Confindustria Piemonte
Il movimento dei Giovani Imprenditori di Confindustria è nato negli anni ’60, come espressione di una imprenditoria under 40 attenta alle questioni di rinnovamento in ambito economico e sociale: le riforme istituzionali, la questione morale, la modernizzazione, la cultura d’impresa, la salvaguardia dell’ambiente. Al Forum Innovazione di Italia Economy porta la sua testimonianza Andrea Notari, imprenditore novarese classe 1991, che nel 2022 è stato confermato alla guida del Gruppo Giovani Industriali di Confindustria Piemonte.
Quali sono le potenzialità e le risorse del sistema economico piemontese e quali sono le innovazioni necessarie per fronteggiare il futuro delle imprese della Regione?
«Il Piemonte è una regione altamente industrializzata, con un’economia ancora trainante all’interno del sistema Paese. Abbiamo settori che hanno subito la crisi post-pandemica, così come ci sono filiere che stanno soffrendo il rialzo dei tassi, nonché l’aumento dei prezzi delle materie prime dovuto alla situazione geopolitica internazionale.
I settori più in difficoltà sono il tessile, attivo nel territorio biellese, e l’automotive, dove la filiera deve essere completamente ripensata in base alla transizione ecologica e al passaggio dai motori termici a quelli elettrici. Ci sono settori che stanno dando un ottimo respiro all’economia piemontese: il food, il turismo, il comparto chimico e il valvolame, con le rubinetterie del novarese che stanno esportando i loro oggetti di alto design presso mercati emergenti. La Regione sta vedendo una luce in fondo al tunnel. Il problema è che abbiamo poco personale che possa aiutarci nella crescita e che possa stare dietro alle necessità del mercato.
Per questo motivo, bisogna dare priorità alla formazione, per preparare fin da subito le persone che possono aiutare le imprese a cavalcare questa ripresa. La parte più critica della formazione è l’orientamento. Noi, come GGI di Confindustria Piemonte, ci stiamo impegnando su questo fronte e abbiamo lanciato il portale Wooooow: i ragazzi, tramite un Orientatest, riescono a vedere quali sono le proprie attitudini e i migliori sbocchi lavorativi nelle aziende che in quel momento sono ricettive rispetto ai percorsi scolastici emersi dalle risposte al test.
Si tratta di un passo in avanti per andare a colmare il mismatch tra le scelte formative dei ragazzi e il fabbisogno di competenze delle aziende. Il nostro Paese non ha materie prime e, quindi, è necessario investire sulla nostra materia prima di eccellenza: il capitale umano. Esso, se ben formato, ha sempre risollevato le sorti del Paese. Vista la crescente importanza dell’economia della conoscenza, è necessario spingere sulla formazione e sull’orientamento. Questo può servire a combattere la disoccupazione giovanile, quando è dovuta alle scelte non consapevoli dei ragazzi.
Un giovane ben informato, formato e orientato sfugge più facilmente al destino di diventare un “NEET” ed è per questo che dobbiamo puntare sui percorsi formativi che aiutano in maniera effettiva le aziende».
In effetti lei insiste da tempo sulla necessità di implementare gli ITS, gli Istituti Tecnici Superiori.
«Esatto. Gli ITS sono una delle ossature principali della formazione in Piemonte, ma su di loro ci sono luci e ombre. Il dato positivo è che a un anno dal titolo, l’80 per cento dei diplomati ITS trova un’occupazione. Il dato negativo è che gli ITS si basano su bandi che escono tardi e su finanziamenti che vengono ricevuti in una fase avanzata, generalmente a inizio anno, cosa che non permette loro neanche di partecipare ai saloni dell’orientamento e di farsi conoscere.
Inoltre, ciò contrasta con il fatto che la scelta dello studente riguardo al suo percorso post-scolastico viene fatta generalmente a novembre. Le scelte formative dei ragazzi vanno spostate verso occupazioni che appartengono al sistema economico regionale. Ad oggi, i ragazzi sono influenzati dai programmi televisivi: vedono Masterchef e vogliono fare gli chef, senza pensare che non tutti i territori sono ricettivi da quel punto di vista.
Dobbiamo, quindi, passare da una cultura dell’orientamento che non sia più di tipo “masterchef” ma di tipo “mastertech”, puntando sulla tecnologia, sull’innovazione e sulle materie STEM. Questa è la vera innovazione per rilanciare l’economia del Piemonte: portare l’industria dentro la scuola e la scuola dentro l’industria. Un sistema duale in cui i ragazzi possano imparare facendo, ma anche fare imparando.
Il paradosso è che gli ITS non sono ancora uno strumento conosciuto e scelto dagli studenti, ma le aziende vorrebbero assumere diplomati ITS. Alcuni dati aiutano a chiarire: se il sistema Confindustria in Italia era pronto a offrire a laureati in materie STEM o a diplomati ITS 450mila posti di lavoro, purtroppo ben il 39 per cento dei laureati alla triennale in Italia aveva conseguito un titolo in materie letterarie. Bisogna quindi indirizzare i ragazzi verso un buon orientamento e solo dopo entrare nel merito con una formazione di valore».
Quali altre iniziative portano la firma del Gruppo Giovani Industriali di Confindustria Piemonte?
«L’ultimo nostro progetto in ordine di tempo è un paper che detterà le linee guida alla Regione Piemonte per i prossimi dieci anni. Nel documento, che sarà presentato a dicembre, abbiamo evidenziato diverse tematiche per noi prioritarie in ambito di politiche industriali: attrattività, connessioni, i lavori del futuro, migrazioni per intercettare il flusso di persone, la classe dirigente di domani.
Il gruppo GGI sia a livello nazionale che come Comitato Triregionale – formato dai Giovani Imprenditori di Lombardia, Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta e Toscana – ha fatto da apripista su diversi temi, presentati su palchi come quello di Rapallo, il convegno organizzato annualmente dal nostro movimento. Noi siamo la parte più proattiva all’interno di Confindustria: a volte veniamo visti come un corpo estraneo, ma io punto a farne il granello di sabbia che all’interno dell’ostrica genera una bellissima perla».