Riportiamo l’intervento del presidente dell’Unione Industriale Biellese, Giovanni Vietti, che ha parlato del settore del tessile regionale, alle presa con la sfida della sostenibilità, fra competenze e tecnologia.
“La crisi generata dall’emergenza Covid 19 ha avuto ripercussioni importanti sul settore tessile a causa di più fattori: il lockdown, la chiusura delle aziende e il blocco degli eventi, dei viaggi di business, delle occasioni di utilizzo di abbigliamento formale; l’interruzione delle catene di valore internazionali che, a causa delle diverse tempistiche dei lockdown nei diversi Paesi, hanno generato una situazione a singhiozzo di difficile gestione; la conseguente saturazione di magazzini. Dopo due anni, le imprese piemontesi sono riuscite a fare fronte a queste difficoltà risollevandosi faticosamente. Oggi l’incertezza torna ad aumentare a causa della crisi energetica che sta schiacciando soprattutto le imprese energivore che operano a monte della filiera (tintorie, finissaggi,…): una fragilità che mette a rischio l’intera catena del valore. Gli aumenti dei costi dell’elettricità si calcolano tra il + 470% e il +650% rispetto ai valori 2020, mentre quelli per il gas arrivano a circa +830%. Altri fattori negativi sono il perdurare dei costi elevati delle materie prime, la difficoltà di approvvigionamento e l’aumento spropositato dei costi dei noli internazionali: per un’economia come quella tessile, fortemente vocata all’export, si tratta di una micidiale tempesta perfetta”.
I DATI DEL TESSILE PIEMONTESE
Nel 2021 su 105.939 industrie piemontesi, sono 3.616 le imprese del tessile e abbigliamento, per circa 26.340 addetti (ndr. Il dato dell’occupazione è del 2020). Il settore sviluppa 3,143 miliardi di euro di export, pari al 6,3% di tutte le esportazioni regionali.
Nel complesso, l’export piemontese nel 2021 ha raggiunto una buona performance con 49,6 miliardi di euro, segnando così una crescita del 20,6% rispetto al 2020 e del +5,7% rispetto al 2019. In questo contesto il comparto tessile è l’unico che non è riuscito ancora a raggiungere i livelli pre crisi: pur incrementando il proprio export del 5% sul 2020, rispetto al 2019 indica ancora una contrazione del 15%.
I DATI BIELLESI
Nel 2021 i valori dell’export del distretto biellese tornano ai livelli pre-crisi in tutte le province del Piemonte Nord Orientale (Biella, Vercelli, Novara, VCO), tranne che per il Biellese. Il tessile, che rappresenta ancora la componente quasi esclusiva dell’export provinciale, è il settore che è cresciuto di più ma è ancora in fase di recupero rispetto al periodo pre crisi. L’export biellese in valori assoluti rappresenta il 15,8% delle esportazioni del quadrante. Nel 2021 ha registrato un aumento del 16,1% rispetto al 2020. Rispetto ai livelli del 2019, però, sconta ancora un calo di 12,8 punti percentuali.
In particolare, nel 2021 è cresciuto in modo significativo l’export di prodotti tessili (+20,9%):
- tessuti +7,5%
- filati +30,1%
- altri prodotti tessili +29,4%
- abbigliamento -16,5%.
Per quanto riguarda i mercati di destinazione, l’Unione Europea resta la destinazione principale dell’export biellese, pari al 50,9% delle vendite all’estero. Nel 2021 su oltre 4.600 industrie biellesi, sono 785 le imprese del tessile e abbigliamento, per circa 10.600 addetti (ndr. Il dato dell’occupazione è del 2020, vedi tabella allegata). Il settore sviluppa 1,136 milioni di euro di export.
AFFRONTARE LA CRISI
“La tradizione del Distretto tessile biellese è centenaria – ha aggiunto Vietti – e, nella storia, le nostre imprese hanno saputo affrontare innumerevoli crisi. Allo stesso modo, sono certo che il tessile piemontese saprà affrontare anche questa. Ma ci servono gli strumenti giusti. Attraverso Confindustria Piemonte, abbiamo presentato alcune proposte sulle priorità che il territorio indica come imprescindibili per la ripresa, grazie alle risorse messa a disposizione dal PNRR.Mi riferisco in particolare a due temi, che riflettono gli assi di sviluppo del PNRR. Il primo è la Rivoluzione verde e Transizione ecologica. Stiamo lavorando per realizzare in Piemonte il Recycling Hub del tessile: abbiamo proposto la candidatura di Biella per la combinazione della tradizione radicata del distretto tessile con la spinta all’innovazione generata dalla presenza sul territorio del Polo di Innovazione Tessile, della sede del CNR Stiima dedicato alla ricerca applicata, dell’associazione nazionale Tessile e Salute, dell’Its Tessile Abbigliamento Moda (che è il primo del settore a livello nazionale). Il secondo tema riguarda Istruzione e ricerca. Per riuscire ad alimentare la “fame” di innovazione del tessile (un settore sempre più “smart” e innovativo), servono le persone con le giuste competenze. E le nostre imprese, mai come ora, faticano a reperire moltissime figure professionali da assumere. Il Piemonte dispone di un articolato e ricco sistema della formazione, che a Biella è particolarmente focalizzata sul settore tessile. Mi riferisco in particolare all’Istituto Tecnico Superiore Tessile Abbigliamento e Moda e all’Academy di Città Studi”.